Perché la biodiversità dovrebbe essere una priorità globale

4 Min
Focus On
Torna al magazine
Sostenibilità
Perché la biodiversità dovrebbe essere una priorità globale

Il 22 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per la biodiversità. Una ricorrenza voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000 e ritenuta fondamentale per riflettere sul valore della biodiversità per il corretto funzionamento degli ecosistemi.

Attualmente sul nostro pianeta sono state identificate quasi 2,16 milioni di specie di organismi. Queste specie spaziano da piante e animali complessi a microbi e altri organismi semplici, tutti interconnessi tra loro: perciò, quando la diversità degli organismi diminuisce, diminuisce anche la capacità dell'ecosistema di funzionare e sopravvivere. Oltre a garantire la fornitura di cibo, acqua e aria pulita, infatti, la biodiversità contribuisce alla salute del suolo, alla regolazione del clima e alla prevenzione di calamità naturali come alluvioni e frane. E offre anche benefici culturali ed estetici, arricchendo le nostre vite attraverso la bellezza e la diversità delle forme di vita che popolano il pianeta.

Tuttavia, oggi, la biodiversità è minacciata da una serie di fattori, tra cui la deforestazione, l'inquinamento, il cambiamento climatico, l'urbanizzazione e la perdita di habitat. Queste minacce mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali, compromettendo l'equilibrio degli ecosistemi e mettendo a rischio il nostro stesso benessere. L’ONU, già nel 2019, aveva lanciato l’allarme circa l’estinzione di ben 1 milione di specie. Alcuni ricercatori ritengono addirittura che stiamo attraversando la sesta estinzione di massa nella storia della Terra. Le precedenti estinzioni di massa avevano eliminato tra il 60 e il 95% di tutte le specie. Affinché gli ecosistemi guariscano da eventi di simile portata servono milioni di anni.

Le principali cause dell’attuale allarmante perdita di biodiversità sono legate ai modi in cui coltiviamo, trasformiamo, trasportiamo, consumiamo e sprechiamo cibo, contribuendo anche al cambiamento climatico. Per questo, l’Europa ha recentemente varato una legge sul ripristino della natura secondo la quale i Paesi dell'UE dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, ad esempio, gli Stati dovranno aumentare la presenza delle farfalle comune, migliorare l’indice dell’avifauna comune e migliorare la percentuale di superfice agricola che sia caratterizzata da elementi di elevata diversità. Non solo: dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030, il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050. Le torbiere, infatti, sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo.

La legge impone anche che siano piantati 3 miliardi di nuovi alberi e ripristinati almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero. Misure come queste dovrebbero servire a contenere la perdita di biodiversità che già oggi è altissima: oltre l’80% degli habitat europei versa in cattivo stato e miliardi di persone non hanno accesso a un'alimentazione corretta. Dobbiamo agire tempestivamente per invertire la rotta, fermando le pratiche dannose per l'ambiente, diversificando i nostri sistemi alimentari e promuovendo modelli di produzione e consumo più sostenibili, i cui vantaggi sarebbero anche economici. Secondo la Commissione europea, infatti, ogni euro investito in tutela della biodiversità si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici.

Noi di Alperia stiamo provando a dare il nostro contributo: ci impegniamo a raggiungere il Net Zero riducendo le nostre emissioni di gas a effetto serra e promuovendo una produzione energetica a basse emissioni; stiamo lavorando per mantenere il nostro impatto ambientale quanto più basso possibile grazie all’attuazione di programmi per la conservazione della biodiversità, a una gestione dei rifiuti eco-sostenibile e all’applicazione dei principi dell’economia circolare nelle nostre attività di business. Siamo consapevoli, in particolare, di quanto sia importante una corretta gestione dell’acqua: i fiumi sono una fonte primaria di biodiversità e rappresentano una parte importante del nostro patrimonio naturale. Per questo, investiamo in innovazione tecnologica per ridurre al minimo l’impatto delle nostre centrali; restituiamo l’acqua utilizzata per la produzione di energia direttamente all’ambiente; laddove necessario, attuiamo interventi di consolidamento dei popolamenti ittici e supportiamo i pesci nelle loro migrazioni costruendo delle scale di risalita presso alcune opere di derivazione (ad esempio, nel corso del 2022 è entrata in funzione la scala alla traversa di Lasa, un’opera da 1 milione e 700 mila euro); ci occupiamo della gestione sostenibile dei sedimenti attraverso il dragaggio e sviluppiamo sistemi di lavaggio dei bacini idrici compatibili.

Inoltre, come previsto dalle concessioni, realizziamo misure di mitigazione e compensazione a nostre spese: l’importo annuale medio messo a disposizione per i fondi ambientali è stato di circa 18 milioni di euro (la quota annuale nel 2023 è stata di circa 22 milioni di euro e si riferisce a tutte le grandi concessioni idroelettriche gestite dal Gruppo Alperia). Abbiamo anche iniziato ad attivare un progetto di Community Investment dedicato proprio alla biodiversità: parliamo di un’iniziativa di lungo periodo che andrà a vantaggio del territorio e della comunità locale. Il tutto, allineandoci a quanto previsto dalla Tassonomia europea, per determinare se un’attività economica può considerarsi ecosostenibile in base ai 6 obiettivi ambientali dell’Unione Europea, tra cui figura proprio la protezione degli ecosistemi e la biodiversità.

Sappiamo che il cammino è lungo, ma siamo consapevoli di come ogni attività possa dare il proprio contributo determinate. Sono necessari gli sforzi di tutti per preservare la biodiversità e proteggere la salute del nostro Pianeta.

Leggi anche

Cose del passato che erano più sostenibili
Sostenibilità

E se per scrivere un futuro più sostenibile bastasse voltarsi indietro? Se recuperassimo gli insegnamenti delle nonne e anziché accelerare, rallentassimo?

3 Min
Trends